Il mio incontro con l’astrologia è stato assolutamente casuale, nel senso che non avevo da infante o adolescente alcuna pulsione verso l’interpretazione dei pianeti in chiave simbolica o particolare interesse per l’oroscopo dei giornali. Ero invece da sempre attratto dal cielo stellato come visione e poi lo sono stato dalla fantascienza, dagli echi di “2001: Odissea nello Spazio” e da tutte le missioni spaziali degli anni ‘60, culminate con la famosa impronta di Neil Armstrong sulla (presunta o reale) superficie lunare. Non dimenticherò mai quel 20 luglio 1969 per l’atmosfera unica che si respirava e io, che avevo allora nove anni ed ero comunque più presente con la mente sulle stelle che su questo pianeta (complici le dosi massicce di musica attraverso l’etere a cui mi sottoponevo), andai semplicemente in visibilio, grazie a una programmazione live di 24 ore con programmi nei quali si mandava musica ispirata dalla Luna o si leggevano brani di scrittori dedicati all’astro. L’anno dopo, avrei fatto la comunione e mi avrebbero regalato, tra altre cose, il libro di Jules Verne “Intorno alla Luna” che spalancò definitivamente la strada a Peter Kolosimo, ad Isaac Asimov e agli Ufo.
Un’altra tappa importante fu l’ascolto di “Starman”di David Bowie, per poi attraversare (senza mai più tornare indietro) le “porte del cosmo che sono in Germania” così definite da una celebre canzone di Eugenio Finardi e diventare un fan della musica cosmica e dello “space-rock”, dei pianeti Gong e Kobaia, e di ogni cosa che recava con sé l’odore delle stelle. Ma la vera scintilla con l’astrologia scattò nell’estate del 1979 quando nelle mie esperienze di vita erano già presenti la spiritualità e la filosofia indiana e avevo già alle spalle alcuni “viaggi cosmici” compiuti con capsule di vario tipo e colore. Fu proprio dopo un trip di questi non proprio tranquillo che, insieme ad un mio amico inizialmente, partii alla volta della Sicilia per un viaggio “on the road” in autostop (con Jack Kerouac come spirito-guida e i suoi vagabondi del Dharma) in cui incontrai persone fantastiche e viaggiatori dello spazio fisico e interiore, con cui i primi approcci erano caratterizzati spesso anche da una domanda ricorrente: “Di che segno sei?” e che, in alcuni casi, mi rivelarono che l’astrologia era una sorta di “passaporto dell’anima” per questa vita. Niente di “new age” (che era ancora là da venire), perché il tutto si inquadrava bene nella vita per come la percepivo allora, ricca di connessioni con il cosmo e le domande sui misteri della vita che spesso trovavano risposte tutt’altro che mentali. Anzi, si sperimentava la risposta nella vita di tutti i giorni, nella pratica quotidiana dell’esistenza, che aveva bisogno di essere il più libera possibile.
Tornai in qualche modo da quel viaggio nella mia base e una delle prime cose che feci fu comprare gli unici due libri che avessero a che fare con l’Astrologia nell’unica libreria della mia cittadina. Cominciai con “Specchio d’Astrologia” di Max Jacob che mi avviò alla ricerca dei segni zodiacali di personaggi famosi e, subito dopo, al “Piccolo Manuale di Astrologia” di Andrè Barbault dove “imparai” a calcolare il mio tema natale e, quello delle persone intorno a me. Su quel fantastico ma essenzialissimo libretto venivano riportate le posizioni dei pianeti di dieci giorni in dieci. Riuscii a superare il mio scoglio con la matematica (mia bestia nera al Liceo Scientifico) e in pochissimo tempo provai a calcolare ben presto svariati temi. Tuttavia, non avendo nessuno intorno a me con cui confrontarmi, inizialmente feci qualche calcolo sbagliato, soprattutto della Luna (come potete immaginare), ma per fortuna ai miei danni: infatti, per una settimana ho pensato di essere nato con la Luna in Toro, anziché nel Sagittario!
Come sempre, dagli errori si impara tanto e nel giro di un mese ero diventato già esperto (grazie al continuo addestramento a cui la mia nuova passione mi “costringeva”) e cominciai ad interpretare il tema di alcuni miei amici, con buoni risultati (a loro dire). Dopo un altro mese e qualche rimborso, riuscii nell’impresa di comprare l’allora quasi inarrivabile libro del Sementovsky-Kurilo, inarrivabile a causa delle mie scarsissime finanze di allora. Si sa però che quando c’è una passione si fa di tutto e fu così che a quella dei dischi in vinile si sommò l’editoria astrologica. Mi ricordo quando “affrontai” la famosissima Libreria Rotondi di via Merulana per procedere all’acquisto, come quando si va al primo incontro con una signora bellissima ma che incute soggezione, anche perché poi venni a sapere che al proprietario, noto esoterista, se non stavi simpatico o non ti vedesse seriamente intenzionato, difficilmente avresti realizzato un acquisto!
Ma l’incoscienza del periodo e la genuinità della mia motivazione fecero leva su quella persona eccezionale, e stabilii un rapporto fantastico, al di fuori della mia apparenza un po’ tanto hippy all’alba degli anni ‘80.
Con il Sementovsky tradussi subito in pratica quello che avevo imparato sugli aspetti (evitando per coscienza le osservazioni più nefaste) e cominciai a svolgere i temi natali di tutto quel fantastico campionario umano che il luogo di ritrovo “alternativo” della mia cittadina forniva. Insomma la strada fu vera maestra di pratica e feci i temi di innumerevoli fricchettoni, rivoluzionari, coatti, delinquenti, pazzi, prostitute, tossici e così via.
Un campionario di vite vissute intensamente che ha aiutato sicuramente la mia formazione, più di tanti libri. Intanto la mia passione era tutt’altro che nascosta e mi venivano a cercare anche persone mai viste e conosciute. Alcune mie amiche mi hanno sostenuto sin da subito e mi regalarono “Astrologia Scientifica” di Frisari. Poi passai ai giornali del settore come Astra (ho tutti i numeri di quel giornale dal luglio 1980 a qualche anno fa), ma anche Gli Arcani, L’Astrologo e soprattutto “Horoscope” che presentava articoli molto interessanti di astrologia tradotti da autori stranieri. Intanto mi appassionai anche ai Tarocchi, all'I-Ching e alla Magia (che già frequentavo per via dei miei interessi erboristici) e così avviai una sorta di attività astrologica che mi permetteva di comprare tutto quello che si poteva sull’arte di Urania. Leggevo, studiavo, praticavo senza sosta e poi nel 1981 cominciai anche a fare trasmissioni nelle radio private locali e a fare i primi oroscopi per alcune riviste. Ancora oggi mi capita di incontrare qualcuno con un pezzo di carta consumato dal tempo e carico della mia scrittura a penna con cui interpretavo il suo tema natale, con tanto di “previsioni” che, secondo loro, si sarebbero poi nel tempo azzeccate. E’ bello poi conoscere persone nate nei primi anni ’80 a cui feci il tema natale da neonate e che oggi sono madri o padri vicini alla quarantina, che ti dicono: “Ehi, ma tu mi conosci da sempre!” Ah, Ah, Ah!!!
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