“Se vuoi conoscere il passato, guarda il tuo presente. Se vuoi conoscere il futuro, guarda il tuo presente” (Buddha)
Per iniziare, probabilmente è meglio fare una distinzione importante: gli amori karmici non sono l’incontro con l’anima gemella. Gli amori karmici possono essere travagliati, non lineari e profondamente complessi rispetto alle dinamiche di tutti i giorni, vale a dire che possono mostrare la corda di fronte a una convivenza o a una frequentazione più continua. Anche le amicizie amorose hanno di fatto a che fare con il karma, ma sarebbe più giusto definirle come “amori spirituali”. Forse la persona con la quale sperimentiamo una relazione karmica assomiglia a una con la quale abbiamo intrecciato un rapporto importante in un’altra vita. Ne riconosciamo quel modo di fare, quel modo di parlare, quel comprenderci senza dire nulla o ne ricordiamo le lacrime e le gioie perché potrebbe essere stata la nostra compagna, amante, madre-padre, figlio-figlia o fratello-sorella.
Le persone coinvolte in un rapporto karmico vivono alcuni momenti di grande esaltazione e altri di grande abbattimento quando le cose non sembrano funzionare. Tuttavia e purtroppo, spesso e volentieri la relazione karmica raggiunge i maggiori picchi di intensità quando le persone non sono strettamente vicine; in qualche modo, sembra che le esaltazioni e i susseguenti abbattimenti prosperino al di fuori della vicinanza fisica in senso stretto.
E’ come se le due anime vivessero in una continua simbiosi in cui le loro emozioni, i loro pensieri siano vivi e comuni anche se i loro corpi fisici non si incontrano o siano in qualche modo vicini.
IL PRIMO INCONTRO NON SI SCORDA MAI I rapporti karmici spesso sono molto condizionati dal momento in cui avviene l’incontro tra le due persone coinvolte. Il momento della conoscenza non si può dimenticare perché ha prodotto precise sensazioni dentro di loro o si è svolto in circostanze decisamente fuori dal comune (un classico è la festa dove non si voleva andare e che invece si rivela galeotto per l’incontro). La sensazione di avere incontrato una persona speciale o qualcuna che già ci sembra di conoscere o di cui percepiamo il proprio intimo, pur senza averla mai vista e conosciuta prima, non ci lascia di certo indifferenti e produce qualcosa di molto forte in noi, risveglia emozioni molto particolari e profonde. Questa sensazione ci porta poi in seguito a non chiudere mai questa relazione, anche negli inevitabili momenti di crisi. Potremmo dire che le relazioni karmiche, una volta avviate, sopravvivono a tutto, anche alla loro fine sul piano della vicinanza fisica. Siamo quindi in presenza di un rapporto molto potente, che mette in gioco energie, emozioni, pensieri e modi di vedere la vita: dopo aver avviato questa relazione nulla sarà più come prima, nonostante la durata in termini di tempo fisico possa essere minima. Il campo astrale registra questa relazione in un modo in cui le nostre spiegazioni razionali o la psicologia comportamentale ben poco possono parlare alla nostra anima, al nostro “sentire”. Tutto ciò, invece, potrà invece ben essere evidenziato dai transiti planetari sul tema natale o dalla comparazione fra i rispettivi temi delle persone coinvolte nella relazione. Ci sarà sicuramente un transito rilevante, spesso in congiunzione, trigono o opposizione ai nostri pianeti, non di rado al Nodo Sud o Nord, o ai pianeti retrogradi del tema nel momento determinante dell’incontro. Un altro aspetto interessante dal punto di vista astrologico per comprendere che tipo di relazione karmica ci sia tra due persone è quella infatti di poter distinguere principalmente se abbia a che fare con nuovi episodi in una storia che si sta snodando lungo varie reincarnazioni o se invece la relazione in questa vita rappresenti un modo per confrontarsi ed eventualmente superare un karma individuale di natura relazionale. Quest’ultima modalità ci può comunque fornire una consapevolezza che aiuta a comprendere di più anche su come funzionino certe dinamiche evolutive. Nel primo caso, spesso avvertiremo molto prepotentemente una sensazione di ineluttabilità, quasi una costrizione, mentre la seconda ci può rendere responsabili delle nostre scelte e del “libero arbitrio” in maniera molto illuminante. Queste due modalità hanno a che fare principalmente con aspetti ai Nodi lunari: nel primo caso al Nodo Sud e nel secondo al Nodo Nord.
AFFINITA’ SPIRITUALI Nel suo libro “Gli elementi della reincarnazione” (purtroppo fuori commercio da molto tempo), l’astrologo A.T. Mann afferma le considerazioni che riportiamo qui di seguito. “Quasi tutti noi desideriamo istituire rapporti profondi con il partner spirituale, e vorremmo poterlo identificare. Il compagno spirituale è qualcuno così familiare, così parte di noi, che abbiamo la sensazione di averlo sempre conosciuto. Alcuni di noi non sono felici se non incontrano persone affini e istituiscono rapporti con loro. E’ importante conoscere le qualità che abbiamo in comune con le persone più intime. Quando siamo fortemente attratti da qualcuno, vuol dire che entrambi abbiamo trasferito il karma delle vite passate nella relazione attuale. Per comprendere quale karma sia insito in un rapporto, è necessario confrontare il nostro oroscopo con quello del partner. Le connessioni karmiche più importanti tra gli oroscopi sono rappresentate dai pianeti in congiunzioni. Le congiunzioni sono quelle incarnazioni che si realizzano nello stesso momento nella storia. I pianeti coinvolti mostrano chi eravamo in quella incarnazione. Se Venere (giovane donna) di un uomo è in congiunzione con Saturno di una donna (il
vecchio saggio) vuol dire che nelle precedenti esistenze il rapporto intercorreva tra l’uomo come giovane donna, e la donna come vecchio saggio. Ciò può spiegare perché lei sia sentita protettiva nei confronti di lui quando si sono conosciuti. Se i pianeti fossero stati Marte e Saturno, la relazione sarebbe stata tra due uomini, magari uomini che erano andati in guerra insieme”. Astrologicamente abbiamo molti spunti per cercare di comprendere se il rapporto ha una valenza karmica importante. Per chi voglia approfondire l’argomento, consiglio gli indispensabili libri di Paolo Crimaldi sull’argomento: “Iniziazione agli Amori Karmici” e “Iniziazione agli Amori Destinici”, entrambi usciti per le Edizioni Mediterranee.
GLI ERRORI PIU’ COMUNI Nonostante la reincarnazione sia un elemento comune a quasi tutte le culture antiche, da 2000 anni si è in qualche modo stabilito che in Occidente sia diventato un argomento “tabù”, ma un vero e proprio colpo di spugna non è stato di fatto possibile e certe sensazioni o situazioni non si possono completamente rimuovere, adducendo spiegazioni razionali o religiose. Il campo delle relazioni è talmente importante per le nostre vite che non è assolutamente esente da queste reminiscenze, anzi spesso rappresenta la possibilità di interrogarsi sul senso della vita anche per chi è spesso sommerso da questioni prettamente materialistiche. Tuttavia a volte una concezione superficiale e non eccessivamente ragionata di quello che potremmo pensare rispetto a una relazione karmica può rivelarsi più limitante che il non prenderla in considerazione. Vediamo quali possono essere alcuni degli errori più comuni: - Pensare che sia già tutto scritto e che quindi il nostro contributo per far evolvere la relazione da parte nostra sia minimo. - Analizzare ogni piccolo particolare come determinante a formulare un giudizio che potrà essere facilmente quindi condizionante. - Ritenersi superiore o più consapevole del partner nella relazione, per cui sentirsi come chi è costretto a svolgere un ruolo di insegnante a sua insaputa e in quanto tale che debba ricevere esattamente quello che noi pensiamo di dover ricevere, attribuendo all’altro le colpe di una possibile stagnazione del rapporto.
OLTRE IL PASSATO L’idea che dobbiamo per forza fare qualcosa per aiutare l’altro più che noi stessi alla fine può, per assurdo, ancorarci ancora di più a un significato distorto del karma, come fosse una punizione più che una magnifica opportunità per noi, risvegliando i condizionamenti religiosi collegati al peccato originale o al senso di dover pagare una colpa precedente. Forse, a ben vedere, tutto ciò non ha a che fare con la cacciata dal paradiso terrestre che potrebbe simbolicamente non esprimere altro che il senso di vedersi separati dall’altro e dal tutto? Certo, però intanto spesso è il senso di ribellione che prevale (ben espresso dalla posizione di Lilith nel tema natale) e che ci porterà spesso a rifiutare quell’opportunità di ricostruire “il cielo in terra” che invece ricerchiamo. Ma come possiamo comprendere veramente l’essenza di un rapporto karmico? Per assurdo, è proprio ricercando la libertà più ampia possibile, che non è solo libertà dall’altra persona che ci vuole rinchiudere in un ruolo o da un giudice sovrumano severo che ci ha già condannato, ma anche dal meccanismo di ribellione o di contrapposizione nel quale possiamo ritrovarci intrappolati. Conoscere la natura karmica di alcuni eventi della nostra vita e dei rapporti che la caratterizzano può indirizzarci verso questa libertà, ritrovando il nesso che collega spesso situazioni tra loro completamente diverse e che ci creano diffidenza verso la nostra vita. Libertà è quindi amare il proprio percorso di vita e noi stessi, senza dover dipendere dall’amore degli altri che percepiamo, spesso in maniera distorta o che gli altri esprimono in maniera confusionaria. Non è così assurdo poi pensare che quando siamo liberi dal corpo fisico, in una multidimensionalità afferrabile solo tra una incarnazione e l’altra, ci si metta d’accordo sulle modalità con cui re-incontrarsi nella prossima vita terrena. Immaginiamo una ipotetica conversazione tra due anime dello stesso gruppo che hanno già avuto relazioni tra loro. “Senti stavolta aiutami tu a fare in modo che io mi liberi dal senso del possesso che mi offusca la percezione, tradiscimi pure quando ti si presenti l’occasione…”. “Ok, certo, se è questo che ci serve, ma tu fai in modo che mi accogli ogni volta che ritornerò da te e non debba sempre dover dimostrare di essere meritevole di affetto per superare la sensazione di non valere niente per me stessa e per tutti noi”. Certo, una volta tornati sulla Terra dimentichiamo tutto e anche gli accordi presi, ma qualcosa sopravvive e il linguaggio delle stelle, se utilizzato consapevolmente, in piena libertà e con amore puro, ne è un fedele testimone, è di fatto il ponte che unisce il Cielo alla Terra.
IL QUINCONCE, QUESTO SCONOSCIUTO Ad un livello accessibile a tutti, potremmo ricevere informazioni sulle relazioni che abbiano a che fare con il karma, quindi non per forza di natura affettiva, attraverso i segni zodiacali che si trovano in quinconce (aspetto che indica una relazione di più o meno 150 gradi di distanza). Questi possono avere a che fare con qualcosa che non si è compiuto precedentemente. Il quinconce mette in relazione due segni che condividono ben poche cose a livello di caratteristiche, soprattutto perché l’elemento a cui appartiene non è compatibile con l’altro. Può rappresentare una sfida nel cercare di conciliare lati totalmente diversi e non complementari delle due personalità. Il quinconce unisce sempre un segno maschile ed uno femminile e viceversa, indicando che solo una visione unitaria, d’insieme, totale, può facilitare l’armonizzazione di forze divergenti. Per questo, secondo me, un aspetto di quinconce tra due pianeti in un tema comparato, o integrato, può fornirci importanti osservazioni sui rapporti karmici. Vediamo quali segni stabiliscono questo aspetto. L’Ariete è in quinconce con Vergine e Scorpione; il Toro con Bilancia e Sagittario; il Gemelli con Scorpione e Capricorno; il Cancro con Sagittario e Acquario; il Leone con Capricorno e Pesci; la Vergine con Acquario e Ariete; la Bilancia con Pesci e Toro; lo Scorpione con Ariete e Gemelli; il Sagittario con Toro e Cancro; il Capricorno con Gemelli e Leone; l’Acquario con Cancro e Vergine; i Pesci con Leone e Bilancia.
MOLTE VITE, UN SOLO AMORE “A ciascuno di voi è riservata una persona speciale. A volte, ve ne sono due o tre o anche quattro. Per ricongiungersi a voi, viaggiano attraverso gli oceani del tempo e gli spazi siderali. Vengono dall’altrove, dal cielo. Il vostro cuore le ha già accolte come parte di sé. Tra voi c’è un legame che attraversa i tempi dei tempi: non sarete mai soli.” (Brian Weiss)
In uno dei suoi libri più famosi lo psichiatra Brian Weiss, che cura con l’ipnosi attraverso la regressione alle vite passate per trovare l’origine dei malesseri attuali, racconta un caso molto emblematico di rapporto karmico vissuto da due persone, Elisabeth e Pedro che in questa vita si sono conosciute e riconosciute proprio grazie al terapeuta americano. Entrambi scopriranno attraverso le varie sedute individuali di ritrovarsi insieme, una vita dopo l’altra, nonostante provenissero da paesi e culture molto differenti tra loro e non si fossero mai incrociati neanche durante gli appuntamenti separati tenuti presso l'Istituto diretto dal dottor Weiss.
Credo convintamente nell'esistenza della Legge del karma e nel fatto che essa regoli ogni aspetto delle "rinascite" di ciascun essere umano nel corso dei secoli per assicurarne la giusta evoluzione, così tanto che l'ho affermato nel mio terzo libro (pubblicato all'inizio della scorsa estate) in cui esprimo e sostengo una diversa interpretazione della missione terrena di Gesù il Cristo. Il nostro incontro di oggi non può essere altro che una conferma di ciò!